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STOP al conio di nuove monetine

Monete da 1 e 2 cent, addio alle più coniate. A quindici anni (e qualche mese) dalla start up dell’euro, la manovrina manda in pensione due dei suoi protagonisti metallici con lo stop al conio di nuove monetine da 1 o 2 centesimi a partire da gennaio 2018 La mossa arriva dopo diversi tentativi mancati e con la promessa, si spera mantenuta, che gli arrotondamenti di prezzo verranno ben monitorati. Ma quanto hanno pesato questi spiccioli nei primi anni di circolazione della moneta europea?

Una pubblicazione di un mese fa della Banca d’Italia sulle emissioni nette italiane di monete in euro (emissioni nette, ovvero la differenza tra le monete “esitate” da Palazzo Koch alle banche e quelle ritirate dalle medesime banche e dal pubblico perché consumate) rivela che il loro ruolo al debutto fu piuttosto rilevante. Nel 2002, primo anno dell’euro, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha prodotto 1.061 milioni di monetine da 1 cent e 917 milioni di monetine da 2 cent, che hanno rappresentato il 29,4% del totale delle monete prodotte in quell’anno (6 miliardi e 732 milioni). Nell’intero quindicennio la produzione di monetine prodotte dall’Istituto Poligrafico e poi trasferire alla Banca d’Italia per la loro distribuzione alle banche e al pubblico è salito a 6 miliardi e 307 milioni, pari al 40% del totale di tutte le monete prodotte, ovvero 15 miliardi e 544 milioni (per un valore di 4,3 miliardi di euro).

Le curiosità di questa mini-storia metallica sono tante, a partire dal primato delle monetine da un centesimo, emesse in un numero netto di 3,5 miliardi di pezzi, mentre la meno coniata in assoluto è stata la moneta da 2 euro, l’unica che nel quindicennio si è fermata sotto la soglia del miliardo, a 767 milioni. Proprio quelle monetine da tanti ritenuti quasi inutili sono state le più prodotte, seguite dai due cent (2,78 miliardi) e i 5 cent (2,15 miliardi).

30 maggio 25017

 Fonte il sole 24 ore

 

Pubblicato in News dallo studio
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